Normativa
In questa pagina sono citate le leggi e le normative a cui il Comitato fa riferimento
carta del restauro 1972 scarica
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Un’inoppugnabile ragione per lasciarle lì!
Tra il 1800 e il 1930, una trentina di personaggi angloamericani, alcuni del calibro di un Nathaniel Hawthorne, di un Walter Pater, di un Henry James, hanno lasciato tra i loro scritti il resoconto di una visita compiuta ad Arezzo. Tutti, ovviamente, sono passati da piazza Grande e più in generale per le vie del centro storico. Ebbene, molti di loro sono evidentemente rimasti colpiti dal lastrico della pavimentazione: – E’ una città linda e ben lastricata… – Le strade, dal selciato perfetto a lastre grandi, sono ampie e ben costruite… – La città declina così rapidamente che le bifore dell’alta torre della Pieve, nella piazza sottostante, sembrano a portata di mano, e le larghe strade con le loro facciate gialle e il selciato levigato e incolore sembrano immergersi improvvisamente nel lontano cielo azzurro… Tornassero, questi visitatori, non potrebbero più scrivere così, se non per piazza Grande, dove la metà circa delle lastre che videro è ancora al loro posto. Lasciarcele, con quelle più recenti del 1931, ma già levigate dal tempo, è un dovere!, verso la storia e di conseguenza verso il futuro.
Angiolo Cirinei
Ho l’impronta del Medioevo…
- Ho l’impronta del Medioevo, ma Bernardo Rossellino e Vasari ci hanno messo del loro per farmi bella. Le usanze non tramontano mai, né i mutamenti m’inducono in tentazione, sono lieta di rimanere me stessa, tengo tranquillamente le belle case avite e sono paga di tutte le vecchie cose com’erano un tempo. Ogni muro serba lo splendore e la dignità del passato. La mia storia è scritta in quelle pietre, le costruzioni s’intarsiano con estrema naturalezza, senza discrepanze: un’oasi di armonia, che di notte dorme sonni tranquilli. Ma se il presente è indifferente e disattento, tuttavia mi tengo in vita meditando sul cumulo dei ricordi e delle tradizioni, c’è presenza in ogni trave che scricchiola, in ogni pietra che geme.
Un sussurrato colloquio stabilito con la Piazza, prima di andare a dormire.
- Allora non hai bisogno di progetti… di fare o disfare… ma solo di conservazione?!
“Il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte nella sua consistenza fisica e nella duplice polarità estetico-storica, in vista della sua trasmissione al futuro.”
(Cesare Brandi).
Angiolo Cirinei