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COMITATO PER LA CONSERVAZIONE DI PIAZZA GRANDE

Ancora la benna

Nonostante le proteste del Comitato e le direttive della Soprintendenza in Piazza Grande si continua a togliere le pietre con la benna. Queste sono alcune foto che documentano lo scandalo 

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4 comments

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  1. domenico ottobre 10th, 2008 20:51

    il bello è che anche se li vedi e glielo vai a dire negano, negano, negano…te li hai visti da venti metri un minuto prima e loro dicono che non è vero…
    io, da quando ci sono i lavori li ho “caldati” 4 volte,sempre per caso.
    Naturalmente contare su un minimo di vigilanza del Comune o della Soprintendenza neanche a pensarci..de minimis non curant..
    Va da sé che togliere le pietre a benna è un bel risparmio di tempo con corrispettivo aumento di utili.

  2. Angiolo Cirinei ottobre 14th, 2008 14:08

    Contra factum non valet argumentum

    L’elevato grado di civiltà, specialmente artistica, raggiunto da Arezzo nella sua storia ha un testimone assoluto nella Chimera. La potenza economica, poi, che raggiunge all’epoca delle guerre puniche resterà insuperata, anche nella (effimera) “età dell’oro”. Sede vescovile già alla fine del III secolo, Arezzo s’imporrà nel panorama italiano fino al XIII secolo, quando si dota anche, tra le prime città in Europa, di una Università. In epoca carolingia il vescovo di Arezzo è anche principe dell’Impero, e all’interno della fortezza vescovile del Pionta si costruisce quel “Duomo Vecchio” che era probabilmente la cattedrale più notevole nella Toscana dell’epoca. Qui abitò e inventò la sua musica anche quel Guido passato alla storia come Guido d’Arezzo. Poi il declino, seppure con la grande eccezione rappresentata dal lavoro di Piero in San Francesco. Se non sbaglio, è l’unico capoluogo di provincia toscano a non avere un Duomo di marmo. Questa città, secondo me, è insomma stata luminoso faro nei secoli bui e flebile lume nella Rinascenza e nell’età moderna e contemporanea. Paradossalmente, fu civile nella barbarie ed è barbara nella civiltà. Sì, barbara è l’Arezzo che a Eugène Ionesco apparve « deludente nella conservazione dell’antico, sconcertante nella realizzazione del nuovo »; e barbara è l’Arezzo che oggi cura in sì malo modo il restauro della pavimentazione della sua Piazza Grande. Contra factum…

  3. Angiolo Cirinei ottobre 31st, 2008 08:39

    Sembra che facciano apposta!

    Da alcune sere, e per tutta la notte, un camion targato “Zambelli”, di quelli da 20 tonnellate a vuoto, viene lasciato in sosta proprio al centro della Piazza, proprio sul circolo di travertino. Una sera ce l’hanno lasciato anche carico… dei mattoni rotti, e così il tutto sarà pesato 40, di tonnellate. Sembra che facciano apposta per vedere se il pavimento si sfonda dell’altro, così, tutte le scuse son buone per dar valore alla loro balorda idea di fare il famigerato massetto di calcestruzzo. Io sarei per denunciare, ancor prima di altri, chi di Comune e Soprintendenza dovrebbe controllare, e vietare simili porcherie.

  4. Alessio Comanducci novembre 8th, 2008 10:26

    Piazza Grande: Comitato e “controcomitato”

    Certamente non bastava, il Comitato X Piazza Grande: il « ricorso della barbarie » è impetuoso, e quando si tratta di difendere pietre monumenti e palazzi dal cemento… le forze non son mai troppe.
    E così ecco nato un altro “comitato”, ma solo per schierarsi contro. Sì sì, proprio un “controcomitato”, convinti del fatto, i suoi aderenti, che il Comitato tiri a menare il can per l’aia e che invece i lavori alla pavimentazione della Piazza vadano condotti a termine con celerità, costi quel che costi, cosa volete: per due sassi e due mattoni!?!
    E così, dicevo, alcuni cittadini commercianti, consci però della scarsità del proprio bagaglio culturale – non si può mica esser tutti professori! – si sono rivolti a un’associazione del commercio per farsi scrivere un’istanza… contro il Comitato e ciò che esso sostiene. Ma è un peccato che a fronte dei trecento e più sostenitori che il Comitato può vantare, questa istanza abbia avuto l’adesione di una quindicina di persone soltanto, compresi nomi di fantasia. E peccato, soprattutto, che questa mossa colorisca il tutto con la tavolozza tipica della “guerra tra poveri”; talché la prospettiva ricorda un po’ la vicenda di Carlo Pisacane, dei « trecento giovani e forti »… Dio non voglia!
    Malauguratamente, l’associazione che in questo caso dà manforte è nota per la particolare opinione che la rivitalizzazione del centro storico passi necessariamente attraverso il mantenimento, nel centro storico, di un traffico autoveicolare indiscriminato o quasi. E questo, mi si lasci dire, non fa proprio ben sperare.
    Speriamo dunque nell’esiguità dei reazionari, che non riescano a turbare quel confronto tra civiltà (del restauro) e barbarie (del rifacimento) che si è stabilito. Ho detto che son pochi. Come i mattoni che si recupereranno. Non bastavano quelli resi inservibili dal tempo e più che altro da un uso sconsiderato della Piazza nei tempi recenti, a rendere miserabile la conta, che ieri mattina ci s’è messo anche un operaio della “premiata” ditta Zambelli. Nel tentativo, maldestro, di ripulire quelli ‘buoni’, ma con mazzuolo e scalpello, a ogni colpo ne spaccava tre!

    Alessio Comanducci

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